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martedì, novembre 05, 2002
Un uomo solo in scena. I suoi fantasmi, le sue frustrazioni, le sue fantasie. Un mondo di pulsioni violente contro cui combattere, discutere, dannarsi.
"Come Vallanzasca" è il riuscito frutto artistico di un sodalizio ancora troppo underground per poter convincere le masse della propria bravura. Giulio e Paolo. Pane e teatro. Pane quando c'è, teatro in abbondanza. Da questa mia piccola finestra consiglio al mondo di saggiare questa loro creatura: il monologo straziato, amaro, lucidissimo di un signor Nessuno dai miti pericolosi. Vallanzasca, appunto. Petardi, sedie in pezzi, ricordi di un'estate squallida, deliri, donnette e qualche bicchiere in balera. In tutto questo, nessuna traccia retorica, nessuna facile ostentazione di penna, regia o interpretazione. Paolo, perfetto reggitore di scena, arriva a somigliare davvero al celebre bandito. Ci fa pena però, mai davvero paura. Giulio, la cui prosa ai miei occhi migliora di volta in volta, dosa luci, musica e testo senza scadere nei clichè di tanto "teatro dannato". Sono entusiasta. Ascoltate il mio consiglio: andate da Vallanzasca. O presunto tale. Come Vallanzasca - ore 21 fino al 13 novembre 2002 Teatro Verdi, via Pastrengo 16, Milano tel. 02.24417070 www.macromaudit.org
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