DIAL M 4 MURDER

venerdì, novembre 29, 2002



L'altra sera mi sono imbattuta in un film poco apprezzato dalla critica ai tempi in cui uscì nelle sale cinematografiche: Jane Eyre. Se non erro la regia è firmata da Zeffirelli, un maestro ormai nei polpettoni-flop d'autore. Si veda l'ultima sua fatica su Maria Callas.
In realtà, il faccino smunto ma affascinante di Charlotte Gainsbourough (attrice indimenticabile ne Il Giardino di Cemento) secondo me già rendeva merito alla visione. Ecco un'attrice brava, magnetica, tutta mestiere e passione senza fronzoli e birignao. Accanto a lei, la pur splendida Elle McPherson impallidisce: una donna bellissima ma senza allure.
Bhé, il nocciolo autentico di questo panegirico cinefilo è che la storia strappacore di Jane Eyre mi ha fatta sognare e palpitare come una donzelletta d'altri tempi!
Non mi è dispiaciuto sentirmi tanto partecipe mentre William Hurt urlava alla misera istitutrice tutto il suo amore... Mi diverte scoprirmi anche un po' romantica.
Che poi, chi non lo è?
È una sensazione che rientra in quel bisogno di sogno e magia che coltiviamo e manteniamo inespresso. Anche perché si è sempre più immediati, più veloci. Il tempo non si coltiva, si teme di perderlo! E allora sai dove finisce il piacere di un gioco più complesso... Che poi ci vuole testa per saperlo condurre! Innegabile.
Io in questi giorni mi vedrei così: un po' Colazione da Tiffany, un po' Indiana Jones, un po' Bond Girl. In soldoni?
Stretta in un tubino nero d'annata, siedo al lucido bancone nello splendido bar dell'Enterprise hotel, in attesa di consegnare la formula segreta...


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