DIAL M 4 MURDER

lunedì, novembre 11, 2002


Ascolto il Duca Bianco nella mia tana avvolta nella penombra. L'aria odora di incenso, cera e cannella. Silenzio tutto intorno, tipico di una domenica quasi volta al termine. Medito sulla settimana a venire e su quello che mi aspetta. Posso prevedere molto, ma altrettanto resta per fortuna fuori dalla mia portata.

Domattina si riprende. Sveglia all'ora prestabilita, colazione express ma non troppo (resta il mio pasto preferito), corsa verso gli impegni e la scrivania assegnati.
In questo momento vorrei vederla già estinta questa ennesima 5-giorni-di-lavoro, non tanto per patemi fantozziani da impiegatume frustrato, bensì perché... in questo periodo non ho voglia di vivere il giorno.

Mi sono destata falena, non più formichina, e come tale bramo i contorni indistinti della notte.
Vorrei poter mutare ritmi e bioritmi per assecondare a mio piacimento questo desiderio. Finché dura.

La notte, come il giorno, può essere silenziosa oppure assordante. Ha le sue luci, le sue sfumature, i suoi odori... La notte, come il giorno, ci regala nuovi profili, lasciando emergere contorni diversi da quelli che offriamo alla luce del sole.
Ogni età ha la sua notte. Ogni notte ha i suoi protagonisti. Non è mai tardi per scoprirla, così come non è mai troppo presto per gustare il sapore di un nuovo giorno che sta per farsi.

Riemergere e immergersi. Soli e lune. Noi nel mezzo. A scegliere quale spicchio, quale colore vivere. E quale dormire.



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