DIAL M 4 MURDER

martedì, novembre 09, 2004


Amena considerazione, partorita stamane sorseggiando il consueto caffè.
Il popolo italiano proprio non è capace. Non è capace di avere a che fare con i reality show.
Per masticare, digerire e – possibilmente – divertirsi con questa moda televisiva occorrono per principio una generosa dose di cinismo, voyeurismo, sadismo, scaltrezza, strategia. Mancando questi, l’intreccio si fa misero, prevedibile, mieloso, fine a se stesso.
E’ ciò che chiediamo? Allora tanto vale noleggiare un buon film!
Desideriamo stare al gioco? Comprendiamone le regole e abbandoniamo l’inutile buonismo che da troppo tempo caratterizza la gente italica!
Ragionate con me.
Le regole ci vogliono registi e giudici finali delle sorti altrui.
Approfittiamone con saggezza!

Più un personaggio piange, soffre, anela al ritorno a casa, sogna le comodità abbandonate, si dispera per gli affetti lontani, ulula per la fame, urla per il nervoso, PIU’ noi SIAMO TENUTI a lasciarlo in gioco!
Perché ha fatto carte false per esserci! Perché avrebbe venduto sua madre pur di entrare in quella benedetta scatola! Perché non vedeva l’ora di mostrarsi nel tubo catodico! Perché cercava un’ultima chance! Perché proprio non accettava l’idea di essere dimenticato! Perché l’anonimato pare il peggiore dei mali! Perché vi vedeva la soluzione a ogni sua frustrazione!

Carmen Di Pietro doveva poter continuare a setacciare il mare in cerca di plancton commestibile, con i crampi allo stomaco.
Patrizia doveva poter sbraitare contro il mondo spazzando il tugurio.

Avete voluto la bicicletta? E’ proprio tempo di iniziare a pedalare.

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